L’angolo dei consigli: Diablo 4
INTRODUZIONE
Nel caldo infernale di Luglio, 3D Corner ha un consiglio diabolico per voi da giocare in questo fine settimana: Diablo 4, ultima creatura del pluripremiato studio Blizzard.
Lo abbiamo letteralmente spolpato, esplorando il mondo di Sanctuary da cima a fondo e possiamo dirvi tranquillamente dirvi che questo titolo è l’ideale per chi vuole cimentarsi in un brutale open world capace di donare grandi soddisfazioni, sia in solitaria che in cooperativa.

50 ANNI DOPO DIABLO 3
Gli eventi di Diablo 4 si svolgono cinquant’anni dopo la fine del DLC Reaper of Souls di Diablo 3: una setta di fanatici ha appena eseguito un rituale per evocare Lilith, figlia di Mephisto e principale antagonista del titolo. Ci si sposta poi al protagonista, il nostro avatar indicato all’inizio col nome di viandante e bloccato in mezzo ad una violenta tormenta di neve.
Arrivati in seguito al villaggio di Nevesk, verremmo drogati dai suoi abitanti e costretti a bere i petali della stessa Lilith, pseudo doni da lei lasciati ai suoi fedeli. Questo andrà a creare una connessione tra noi e la figlia di Mephisto, donandoci la capacità di vedere eventi passati in determinati luoghi. Da qui ha inizio la vera e propria campagna, non un capolavoro capace di lasciar a bocca aperta ma comunque ben scritta.


UN GAMEPLAY CHE TORNA ALLE ORIGINI
Ma come la maggior parte del mondo sa, la campagna è solo la punta dell’iceberg, il vero divertimento è il gameplay, l’endgame e la corsa al fatidico livello 100. Una volta cominciato Diablo 4 avremmo la possibilità di selezionare una classe iniziale, con tutti i suoi pro e contro. Chi sta scrivendo questo pezzo ha terminato il gioco al 100% con quella del Rogue, letale nell’uno contro uno ma fragile contro grandi gruppi; viene da sé che con questo tipo eroe ad esempio l’accortezza sia fondamentale.
Tra le altre selezionabili abbiamo il Druido, Barbaro, Stregone e Necromante, tutte diversissime tra loro e capaci di offrire un’alta giocabilità grazie al loro gameplay l’uno diverso dall’altro. Come ben si sa la serie Diablo è famosa per i suoi nemici su schermo ed anche qui il caso è lo stesso: affrontare enormi orde di nemici è all’ordine del giorno e, senza le necessarie precauzioni, la morte sarà una costante; esistono tantissimi buff e debuff, sarà fondamentale infatti imparar bene le meccaniche del gioco.
Niente paura però, la campagna vi darà la possibilità di farlo in totale tranquillità. L’endgame inizierà a fine storia a partire dal livello 50 dove non guadagnerete più punti da inserire nel vostro skill tree, ma Paragon Points, guadagnabili ogni quarto di livello e che andranno a migliorare le build in base ai vostri gusti, migliorando parametri o acquisendo abilità secondarie offensive e non. Vien da sé quindi che ogni classe può essere giocata in modo diverso, starà poi a voi trovare il tipo di build più adatta al vostro stile.
La corsa al livello al 100 è caratterizzata poi dall’accedere a differenti tier di difficoltà con relativi strumenti unici acquisibili in ognuna di esse e al completare i famigerati Nightmare Dungeons, aree di gioco dove i nemici saranno di livello più alto del vostro in base a quanto volete che la difficoltà sia alta. Piccolo consiglio: se volete il massimo di bonus XP vi basterà selezionarne uno dove i vostri avversari hanno solo 3 livelli più di voi. È qui inizia uno dei contro del gioco: l’estrema ripetitività. Livellare nel mondo esterno non ne vale la pena, l’esperienza sarà minimale rispetto a quello ottenuta nei Nightmare e quindi ci si vedrà costretti a ripetere gli stessi dungeon all’infinito.
Si, trovare il gear adatto alle nostre build è divertente ed appagante, ma giocare ancora e ancora le stesse cose per ore ed ore molto meno. Giocarlo in co-op, come abbiamo fatto noi, è la soluzione: oltre al rendere meno tediosa l’esperienza, si avrà un bonus sostanziale all’XP ottenuta, permettendoci quindi di raggiungere il livello 100 molto più velocemente.


UN OTTIMO RAPPORTO PERFORMACE/GRAFICA
Ed anche a livello tecnico Diablo 4 sa dire la sua, presentandoci un mondo bellissimo senza cali di frame rate ed una qualità grafica non inferiore a nessuna produzione tripla A. Texture e modelli sono curatissimi, capaci di lasciare a bocca aperta i giocatori nelle prime ore di gioco. Superato però lo stupore iniziale, ci ritroveremo però a scontrarci con una fastidiosa verità: la mancanza di grande creatività. La direzione artistica è si azzeccata, ma le aree tendono ad essere molto simili l’uno all’altra, dandoci una costante sensazione di deja vù soprattutto nei dungeon.
Non un enorme pecca però, alla fine come abbiamo detto prima tutti giocano i Diablo per il gameplay e si può chiudere quindi un occhio su queste cose.

CONSIDERAZIONI FINALI
Il gioco è chiaramente nella sua fase iniziale, con la sua prima season alle porte e tanti altri aggiustamenti che arriveranno nei molto anni a venire, sia a livello di bilanciamenti che di patch tecniche. Possiamo dire con estrema tranquillità che Diablo 4 ci ha comunque davvero divertiti ed intrattenuti per ore ed ore; viene però da chiedersi se sarebbe stato lo stesso se lo avessimo giocato in solitaria. Chissà, magari sarete voi a dircelo…

